Siamo qui, oggi, 4 Novembre, a celebrare il giorno dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, esattamente a 100 anni dalla fine del Primo Conflitto Mondiale.
100 anni dopo il milione di morti italiani, civili, militari, eroi che sacrificarono il bene supremo della vita per un ideale di Patria.
E’ il giorno in cui, 100 anni fa, arrivava a compimento quel processo di maturazione nazionale che aveva avuto inizio con le travagliate ma esaltanti pagine del Risorgimento italiano.
E’ il giorno della vittoria, quella contro l'Impero Austro-Ungarico ed è il giorno in cui l’ennesimo 18enne, Alberto Riva Villasanta, è l’ultimo soldato italiano a morire sul fronte austriaco.
E’ il giorno in cui dobbiamo ricordare l'orrore di una guerra per la prima volta su vasta scala, in cui il progresso tecnologico, l'industrializzazione e la chimica ebbero un ruolo determinante non solo nell'orientarne l'esito, ma soprattutto nell'amplificare la crudeltà umana.
Ma è il giorno, per noi italiani, di ricordarci uniti, compatti nella difesa dei nostri confini, quando il Piave mormorava “Non passa lo straniero”, quando da una Caporetto, ci si risollevava con il coraggio e con il cuore.
Oggi, 100 anni dopo, abbiamo di nuovo bisogno di risollevarci anche se non ci sono terre da rivendicare o eserciti ai nostri confini. L’Italia è sotto pressione, stretta nella morsa di una crisi politica e morale, prima che economica, internamente divisa da fantasmi mai superati e circondata da un’Europa di cui, colpevolmente, abbiamo preso coscienza troppo tardi.
La sfida non è militare come lo era allora, ma politica. L’Italia ha bisogno di ripensarsi come Nazione, di riscoprire quel senso di appartenenza nonostante le attuali diversità e la solitudine propria della modernità. La propaganda quotidiana tenta di far leva sulla paura: i fascismi, gli stranieri, la finanza, lo spread; ma non deve essere la paura la nostra forza aggregatrice. Due giorni fa abbiamo onorato i nostri avi defunti, sono loro le nostre solide radici su cui edificare il futuro, è la nostra cultura, la nostra lingua, le nostra tradizione ad unirci, siamo italiani e non dobbiamo vergognarci di esserlo, abbiamo il tricolore e non dobbiamo aver timore di lasciarlo sventolare.
Oggi è anche il giorno delle Forze Armate, che rappresentano il perfetto esempio di diversità che non è divisione. Non ci sono battitori liberi, ma tanti differenti reparti, ognuno con un preciso compito, ma tutti per un unico solo scopo: l’ITALIA.

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