giovedì 12 agosto 2010

Una saggia Amministrazione

Compito di una saggia Amministrazione eletta dal popolo, è quello di ascoltarlo, rappresentarlo, assisterlo al meglio, amministrarlo, prendere le opportune e giuste decisioni, trasfomare in opere concrete ciò che il contribuente versa in denaro, garantire un futuro migliore facendo scelte oculate e lungimiranti.
Questi, sono, secondo il mio parare, i doveri fondamentali di un organo pubblico, democraticamente eletto. Doveri, purtroppo, quasi mai adempiuti a livello nazionale dal governo centrale, come gli scandali di corruzione e le rispettive orecchie da mercante di questo periodo evidenziano, con poche ombre di dubbio.
E’ giusto lasciare il gravoso compito di raccontare dove l’Italia tutta si sta muovendo ai più blasonati organi di stampa nazionale, perché giudicare una politica così lontana dai cittadini è pane quotidiano di coloro che sono altresì “lontani”. Un commento, però, sui rappresentanti a noi più vicini, è lecito anche per l’Empolitan ad un anno dal loro insediamento, doveroso, forse, dopo alcune decisioni che stanno marcando il presente e il prossimo futuro di San Vito: zone di parcheggio, dissuasori, viabilità ed alienazioni di patrimoni pubblici.
Le statistiche, aggiornate al 2008, parlano di un parco automobili e motocicli in Italia di circa 41.964.277 esemplari, di cui 4.436.025 nella sola regione Lazio, che fanno una media di 0,9 veicoli a testa, calcolando i 44.728.480 italiani di età compresa fra i 20 ed i 79 anni.
Segno inequivocabile che il bel paese dal ridente paesaggio naturale ha cambiato le proprie abitudini, ha bisogno di comodità e di velocità nel muoversi, di sostituire le gambe con le meno faticose ruote, con la conseguente felicità di una FIAT, ad esempio, che con i suoi 13.874.400 di veicoli in circolazione ha avuto un buon rendiconto dagli investimenti italiani, oggi però non più di moda.
Dal più piccolo motorino, passando per la 500 ed arrivando al SUV più grande, esse, come gli uomini, hanno due bisogni primari: nutrimento e riposo, così la necessità imprescindibile che viene immediatamente dopo il carburante è il parcheggio.
Un saggio amministratore che si venga a trovare nella condizione di operare una scelta che riguardi l’ampio panorama della viabilità, dovrebbe farlo avendo questi numeri in testa, rapportati al territorio in cui si opera, mettendo in conto anche che alla mobilità è legato da un doppio filo lo sviluppo economico di un paese e delle realtà commerciali e non che vi risiedono.
Non mi sento di ritenere che questi dati abbiano affollato le menti della nostra Amministrazione Comunale nel momento di partorire le idee che negli ultimi mesi hanno ri-disegnato la viabilità sanvitese.
Ma andiamo con ordine.
1) Lo spostamento del capolinea CO.TRA.L, da p.le “Caduti di Nassiriya” al nuovo parcheggio in località Vallerano (in odore di ampiamento per servire anche un ipotetico futuro campo di calcio in progettazione nella stessa area, almeno a quanto i tecnici comunale scrivono), minando la viabilità di un tratto dell’arteria principale sanvitese: viale Giovanni XXIII, per andare incontro, forse, a pochi elettori bisognosi di tranquillità.
Scelta azzardata, insicura soprattutto, perché costringe gli autobus a compiere manovre delicate in entrata ed in uscita dal parcheggio (come dimostrano gli evidenti segni di pneumatici lungo il battistrada), nonché discese al limite del proibito per un mezzo pesante, e le macchine ad illegali sorpassi a causa delle piazzole di sosta che occupano ambedue le corsie per la loro quasi interezza.
2) Il posizionamento dei dissuasori lungo una parte di Viale Borgo Mario Theodoli, doverosi per salvaguardare i bipedi costretti ad improponibili gincane soltanto per poter comprare il pane, ma nemiche dei mezzi di locomozione per via dell’eliminazione del secondo bisogno primario di cui sopra, e rischiose per l’economia debole di un’attività commerciale del centro.
Se è vero infatti che la tendenza degli occidentali è l’impigrimento motorio, la logica conseguenza è che un divieto di parcheggio porta un probabile impoverimento della clientela per le attività poste nei pressi di quel divieto stesso (e che involontariamente, nel nostro caso, lo hanno anche finanziato). A tutto vantaggio, ovviamente, delle altre attività che invece un parcheggio possono vantarlo, legittimamente o meno (è proprio questo che devono aver pensato i nostri amministratori quando, accecati dalle opere del Castagneto, l’avevano dotato di un’extra zona parcheggio illegale lungo viale Piave). Dei residenti, i cui garage possono contarsi sul palmo di una mano, meglio non parlarne, in fondo l’aver acquistato un’automobile senza possedere un box è stata una loro scelta.
Una saggia Amministrazione deve, quindi, prima offrire della valide alternative e poi porre dei divieti, educare prima di bastonare. Un esempio sarebbe potuto essere stato la realizzazione di un’area di parcheggio a servizio del borgo, situata magari nella pineta, inutilizzata, sottostante piazza delle 3 Fontane, in modo da sopperire alla perdita dei posti auto dovuta all’area pedonale, indubbiamente necessaria e condivisa.
Una saggia Amministrazione, inoltre, tiene in dovuto conto i beni pubblici e cerca di massimizzare il profitto, sia economico che di immagine, quando ne decide la dismissione.
Affermazione, questa, non completamente applicabile al recente bando di alienazione dei locali dell’ex piscina (diventato ora studio di mercato), patrimonio comunale in abbandono ormai da diversi anni, nel quale non si pone una base d’asta, perché l’importante è disfarsene, anche in comodato d’uso; non se ne specifica la destinazione, che anzi, viene lasciata al libero arbitrio dell’eventuale acquirente con il solo vincolo di essere consona al luogo, e non si prevede neppure un limite minimo di offerte da presentare all’insindacabile parere dell’ente giudicante (l’Amministrazione stessa), garantendo l’assegnazione della gara anche qualora si presentasse un solo soggetto.
Di cavilli e vizi di forma se ne potrebbero trovare altri spulciando con occhio giuridico quel bando, ma le cose sconcertamenti sono certamente il voler concedere all’eventuale acquirente la facoltà di deciderne il futuro (comportamento, sembra, cambiato nell’ultimo Consiglio Comunale) e la mancata rimozione dell’atto di interdizione all’uso dovuto agli smottamenti idrogeologici di qualche decennio fa che hanno marchiato l’intera area, impedendo in questo modo di assegnare un valore commerciale a ciò di cui ci si sta disfacendo.
Per assurdo, potrebbe essere presentata una domanda di costruzione di un centro residenziale, avendo la garanzia del futuro accatastamento e della rimozione dell’interdizione facendo diventare un investimento teoricamente privo di valore e con un impegno economicamente basso, un affare imprenditoriale per chiunque lo porti a compimento.
Una saggia Amministrazione, oltre a tutto, padroneggeria anche i nuovi mezzi di comunicazione come internet, applicando la necessaria trasparenza ai suoi atti pubblici, rendendoli facilmente reperibili a tutti i suoi elettori ed allestendo con dovizia di particolari uno spazio web accessibile a tutti.
Una parte di una saggia Amministrazione, invece, sfrutterebbe inoltre gli stessi media per reperire informazioni sui suoi Consiglieri o sulle aziende che legalmente risiedono nel proprio territorio, evitando brutte figure con richieste ufficiali, quanto mai bizzarre, ai Comuni limitrofi mentre espleta ruoli di azzeccagarbugli, non consoni a quello istituzionale che si riveste.
Prima della presentazione ufficiale del bilancio consuntivo comunale per l’anno 2009, questo è un possibile bilancio politico dell’operato dell’attuale Amministrazione che, se saggia o meno, saranno gli stessi elettori a deciderlo.

(Empolitan Luglio - Agosto 2010)

Nessun commento:

Posta un commento